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venerdì 11 gennaio 2008

Groovy Macchia Mediterranea

Finalmente un sogno sogno.
Un sogno che possa definirsi tale.

A Roma era stato allestito una specie di parco giochi gigante.
Decido di entrare in un percorso/labirinto.
Scendo delle scale a chiocciola,
supero dei piccoli ostacoli;
il percorso è molto lungo,
ma piuttosto facile, quasi noioso
e tutto al chiuso e in penombra.

Ad un tratto la strada si triforca
Scelgo la via apparentemente più facile
e poco dopo il percorso esce allaperto.
Mi ritrovo su delle strane collinette tutte verdi
Sono piene di asperità
Capisco che correndo sarà più facile non cadere.
Ogni collinetta ha il diameturo di quasi 4 metri
e sono una attaccata allaltra.
Corro corro corro, attorno a me non cè nessuno,
sono sola e felice
e corro corro corro.

Ma ad un tratto mi fermo di colpo
Sono costretta a fermarmi e ci riesco per un pelo.
Le collinette sono in realtà chiome di pini.

Mi trovo in bilico allestremità di un pino.

Sotto i me una spiaggia bellisssima,
un mare turchese brillante in una giornata di sole splendente.
Sono terrorizzata dallaltitudine,
ma al tempo stesso rimango lì immobile a contemplare quel panorama stupendo.
E sono felice di stare lì nonostante linstabile equilibrio sui fitti aghi di pino.

Mentre, in estasi, mi riempio gli occhi del panorama,
noto che un altro pino è distante 4-5 metri da quello su cui sono io.
Intuisco che questi pini hanno un tronco assai flessibile e che se torno indietro e prendo la rincorsa il pino si fletterà e potrò raggiungere quello successivo.
Mi giro indietro e corro.
Un po ho paura di fallire e la consapevolezza di star correndo sulla chioma dei pini, a metri da terra, mi inquieta
Daltra parte sono certa he correndo potrò raggiungere il pino più lontano
e tutti i successivi che sono luno distante dallaltro 2-3 metri.
So che il percorso si sta facendo più difficile, ma sono contenta di stare lì.
Capisco di aver scelto una strada sbagliata lì alla triforcazione,
ma se non lavessi fatto non avrei potuto godere di quel panorama mozzafiato.

Sono ormai pronta per la rincorsa,
ladrenalina è a mille
quando un organizzatore del parco giochi mi ferma e mi spiega che avevo intrapreso la strada sbagliata
e che mi avrebbe condotto alla giusta attraverso una scorciatoia.
Delusa rinuncio al gioco:
a me quel percorso sbagliato piaceva ed ero curiosa di scoprire cosa ci fosse dopo.
Mi sveglio e vado a fare pipì
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